UNA SVELTINA IN AEROPORTO – 3^ parte - Parigi - Sassari Trasgressiva

UNA SVELTINA IN AEROPORTO – 3^ parte - Parigi - Sassari Trasgressiva

Ho appoggiato i palmi delle mani contro la porta e Ingmar ha puntato la sua minchia eretta proprio dove prima erano le sue dita. Con un movimento deciso e inesorabile, mi ha penetrato da dietro, mentre con una mano mi tappava la bocca per impedirmi di allarmare le altre persone presenti nei bagni. Sentire il suo respiro caldo di caffè sul mio collo mi ingrifava ancora di più.
L'altra mano si è spostata dai miei fianchi al mio clitoride, accarezzandolo in sincronia con le sue spinte potenti. Sono arrivata presto vicina al punto di non ritorno. Ho chiuso gli occhi. Il suo corpo, curvo sopra il mio, impediva qualsiasi manovra di evasione. 
Ho avuto un orgasmo ripetuto e travolgente, ma lui ha continuato ancora a scoparmi
dicendo a bassa voce:
- Cettina, mia dolce Cettina, sai cosa c'è di meglio?
- Non... non lo so...
Ho risposto, tremando e ansimando ancora.
Con le mani premute contro la porta, la mia fessa continuava a inghiottire la sua membro gonfio. Mi passava le mani tra i capelli, e io ero in completa estasi. Entrambi esprimevamo quanto fosse naturale la nostra attrazione fisica.
Non smetteva di pompare la sua mascolinità nel profondo di me con un ritmo costante mentre mi baciava e mi mordeva il collo. Il peso del suo corpo maschile contro il mio era inebriante. Mi ha montato come un un cow boy del cazzo e finalmente il suo sperma è esploso riempiendo il serbatoio del profilattico fino a farlo scoppiare. Per fortuna, si è sfilato subito e il liquido seminale si è sparso sul pavimento sporcandolo ulteriormente. Lui si è scusato per l'incidente.
- Tranquilla, lo sperma è uscito tutto fuori... Non invidio la donna che entrerà dopo di noi!
Mentre mi mettevo in piedi, gli ho chiesto perchè mi avesse seguita dopo il caffè.
- Ti ho seguito perché hai lasciato il libro sul tavolo...
- Bugiardo! Sarebbe la prima volta che vengo scopata per colpa di un libro...
Mi ha accarezzato dolcemente e mi ha tolto i capelli dal viso. Io ho aggiustato il colletto della camicia e la cravatta, poi ci siamo scambiati un bacio umido e breve.
- Un altro caffè?
Ho apprezzato lo sforzo, ma sapevo che era genuino e ho negato con un sorriso.
- No, devo andare... Il mio volo sta per partire....
Ha annuito senza dire nulla, sembrava sollevato. Ci siamo ripuliti e rivestiti nel miglior modo possibile, prendendo le nostre cose dall'attaccapanni e recuperando un aspetto normale. Ha aperto la porta e ho provato a seguirlo, ma lui mi ha fermato con un gesto.
- Aspetta. Lascia passare qualche minuto...
Ha detto con un sorriso malizioso. Sembrava preoccupato e aveva ragione, era meglio non farci vedere uscire insieme per non metterci nei guai.
- Addio Cettina...
Mi ha fatto l'occhiolino e se n'è andato... Che bastardo! Ho colto l'occasione per fare pipì e quando sono uscita dalla toilette, era già scomparso. Chissà, forse l'avrei incontrato di nuovo sul mio stesso aereo. Purtroppo, non è stato così.
FINE

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